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DOLCE 1549

 

GASCOIGNE MS

 

GIOCASTA

Tragedia di Lodovico Dolce.

Aldi Filii.

In Vinegia, MDXLIX

 

Jocasta.

A tragedy written in Greek
by Euripides, translated and
digested into Act by George Gascoigne
and Francis Kinwelmershe of Gray’s Inn,

and there by them presented.

1566.

 

PROLOGO A SODISFAZION DEGLISPETTATORI RECITATO DA UN FANCIULLO.

 

Debito ufficio è d’uom che non sia privo

d’umanitade, ond’ei riceve il nome,

aver pietà dele miserie altrui:

ché chi si duol degli accidenti umani,

5 con che sovente alcun Fortuna affligge,

conosce ben che quelli e maggior mali

venir ponno similmente a lui;

ond’ei per tempo s’apparecchia ed arma

a sostener ciò che destina il cielo.

10 E tanto più nel suo dolor conforto

prende costui quant’ha veduto o letto

alcun che più felice era nel mondo,

esser nel fine a gran miserie posto.

Onde, se punto a lagrimar v’indusse

15 il mal gradito amor di quella donna

che tradita da Enea sé stessa uccise,

or non chiudete ala pietade il core,

ché siete per veder su questa scena

l’infelice reina d’i Tebani

20 in poco tempo in mezzo a due figliuoli

con l’istesso pugnal che quelli uccise,

per soverchio dolor trafitta e morta.

Che più? Vedrete ed udirete insieme

di crudeltade i più crudeli effetti

25 che mai per carte o per altrui favelle

pervenir al’orecchie de’ mortali.

Ora pensate di trovarvi in Tebe,

città per l’impietà de’ suoi tiranni

indegna forse che movesse il plettro

30 già d’Anfion per far mover le pietre

di terra a fabbricar le prime mura.

Pensate, dico, di trovarvi in Tebe:

e se non siete in lei con la persona,

siatevi con la mente e col pensiero.

35 Poi, lodate il fattor degli elementi

che fece il natal vostro in questa illustre

cittade onor non pur d’Italia sola,

ma di quanto sostien la terra e ’l mare:

ove mai crudeltà non ebbe albergo,

40 ma pietade, onestà, giustizia e pace.

Intanto, se l’autor non giunge apieno

col suo stile al’altezza che conviene

a’ tragici poemi, egli v’afferma –

con pace di ciascun – che in questa etade

45 fra molti ancor non v’è arrivato alcuno.

E si terrà d’averne laude assai,

se tra gli ultimi voi non lo porrete

e ascoltarete con silenzio quanto
al bel fiume toscan dal greco Ilisso

50 per gradir pur a voi riduce e porta.

Ma ecco la reina. O sole, ascondi

i raggi tuoi, come già festi prima

alla mensa crudel del re Tieste,

per non veder gli empi omicidi ch’oggi

55 debbon far il terren di sangue pieno

The Argument of the Tragedy.

 

To scourge the crime of wicked Laius

And wreak the foul incest of Oedipus

The angry gods stirred up their sons by strife

With blades imbrued to reave each other’s life.

5 His wife, his mother, and his concubine,

Whose fearful heart foredrad their fatal fine,

Her sons thus dead, disdaineth longer life,

And slays herself with self-same bloody knife.

The daughter, she, supressed with childish dread,

10 That durst not die, a loathsome life doth lead

Yet rather chose to guide her banished sire

Than cruel Creon should have his desire.

Creon is king, the type of tyranny,

And Oedipus, mirror of misery.

Fortunatus Infoelix.

 

 

 

PERSONE DELLA TRAGEDIA.

Servo.

Giocasta.

Bailo.

Antigone.

Coro di donne tebane.

Polinice.

Eteocle.

Creonte.

Meneceo.

Tiresia.

Manto.

Sacerdote.

Nunzio.

Un altro nunzio.

Edippo.

 

La favola è rappresentata in Tebe.

 

Giocasta fa il prologo.

 

The Names of the Interlocutors.

 

JOCASTA, the queen.

SERVUS, a nobleman of the queen’s train.

BAILO, governor to the queen’s sons.

ANTIGONE, daughter to the queen.

CHORUS, four Theban dames.

POLYNICES and

ETEOCLES sons to Oedipus and the queen.

CREON, the queen’s brother.

MENOECEUS, son to Creon.

TIRESIAS, the divine priest.

MANTO, the daughter of Tiresias.

SACERDOS, the sacrificing priest.

NUNTII, three messengers from the camp.

OEDIPUS, the old king, father to Eteocles and Polynices, son and husband to Jocasta the queen.

 

The tragedy represented in Thebes.

 

The order of the dumb shows and musics before every act.

 

First, before the beginning of the first act, did sound a doleful and strange noise of viols, cythren, bandurion, and such like; during the which there came in upon the stage a king with an imperial crown upon his head, very richly apparelled, a sceptre in his right hand,1 a mound with a cross in his left hand, sitting in a chariot very richly furnished, drawn in by four kings in their doublets and hosen, with crowns also upon their heads, representing unto us Ambition, by the history of Sesostris, king of Egypt, who being in his time and reign a mighty conqueror, yet not content to have subdued many princes and taken from them their kingdoms and dominions, did in like manner cause those kings, whom he had so overcome to draw in his chariot like beasts and oxen, thereby to content his unbridled ambitious desire. After he had been drawn twice about the stage, and retired, the music ceased, and Jocasta the queen issued out of her house, beginning the first act, as followeth.

 

JOCASTA the queen issueth out of her palace, before her twelve gentlemen very bravely apparelled; following after her eight gentlewomen, whereof four be the CHORUS, that remain on the stage after her departure. At her entrance the trumpets sounded, and after she had gone once about the stage, she turneth to one of her most trusty and esteemed servants, and unto him she discloseth her grief, as followeth.

Atto 1

[1.1] GIOCASTA, SERVO.

 

[GIOCASTA]

Caro già del mio padre antico servo,

benché nota ti sia l’istoria apieno

d’i miei gravi dolor, d’i miei martìri,

pur dal’alto e real stato di prima

5 veggendomi condotta a tal bassezza

che ’l mio proprio figliuol sdegna ascoltarmi;

né tengo di reina altro che ’l nome,
e veggo la cittade e ’l sangue mio

l’arme pigliar contra ’l suo stesso sangue.

10 Perché si sfoga ragionando il core,

i’ ti vò raccontar quel ch’è palese:

peroch’io so che dele pene mie

pietà sovente a lagrimar ti move,

e più che i figli miei ne senti affanno.

 

Act 1

1.1 JOCASTA, SERVUS.

 

JOCASTA

O faithful servant of mine ancient sire,

Though unto thee sufficiently be known

The whole discourse of my recureless grief,

By seeing me from prince’s royal state

5 Thus basely brought into so great contempt

As mine own sons repine to hear my plaint;

Now of a queen but barely bearing name,

Seeing this town, seeing my flesh and blood

Against itself to levy threatening arms –

10 Whereof to talk my heart it rends in twain –

Yet once again I must to thee recompt

The wailful thing that is already spread,

Because I know that pity will compel

Thy tender heart, more than my natural child,

15 With ruthful tears to moan my mourning case.

SERVO

15 Reina, come me non vinse alcuno

in servir fedelmente il mio signore,

così i’ credo che alcuno in amar voi

de’ figli vostri non mi passa avanti.

Questo conviensi agli oblighi ch’io tengo

20 non meno a voi ch’io già tenessi a lui.

ché se gli oblighi miei sono infiniti,

infinito esser deve anco l’amore;

e, se piacesse ai dii che questa vita

spender potessi a beneficio vostro,

25 non rifiutate voi di adoperarla,

accioché in questa mia già stanca etade

lieto e contento al’altra vita io passi,

di non avermi in alcun tempo mostro

a sì degni signori ingrato servo.

 

SERVUS

My gracious queen, as no man might surmount

The constant faith I bear my sovereign lord,

So do I think, for love and trusty zeal,

No son ye have doth owe ye more than I.

20 For hereunto I am by duty bound,

With service meet no less to honour you

Than that renownèd prince, your dear father.

And as my duties be most infinite,

So infinite must also be my love.

25 Then, if my life or spending of my blood

May be employed to do your highness good:

Command, O queen, command this carcass here

In spite of death to satisfy thy will.

So, though I die, yet shall my willing ghost

30 Contentedly forsake this withered corpse,

For joy to think I never showed myself

Ingrateful once to such a worthy queen.

Nel fine di ciasche atto se fecero dui intermedii vno per aere, l’altro per terra, escetto nel fine del vltumo, che non se fa niente, li quali atrauersauano la scena escendo quello di terra da vn foro sopra-dietro, & entrando nel altro dal altro lato: E quello per aere che sempre era il primo à passare, se vedeua escire da vna banda del cielo, aprendose vna nugola e passaua de longo sopra la scena, la qual passata, vn’altra nugola lo priua, aprendose vna nugola e passaua de longo sopra la scena, la qual passata, vn’altra nugola lo copriua, ne se vedeua più. E perché à me sono parsi molto morali conuenienti alla Tragedia, & alla intētione di essi sign. OSTINATI, ho voluto descriuerli qui sotto cō quella più breuità che potrò, rēdendome certo che nō le sarà discaro intenderli.

Dunque il primo Intermedio per aere, alludendo alla materia del primo atto, nel quale se narraua, del Regno tolto ad EDIPPO da figlioli, e del mācar del fede de ETEOCLE à POLINICE fu’ L’OPINIONE dōna di bellissimo aspetto vestita de drappo giallo cangiante, con le chiome sparse e braccia ignudi, sopra de la CHIMERA benissimo fatta, portando vn pomo d’orone la destra, & ne la sinistra vna VITTORIA alata la quale tenendo in manovra corona de lauro, pareua che volesse metterla in testa a la Opinione. Volendoci denotare quāto possa la vana opinione di questo apparente bene mondano, la quale rotto vna volta il freno de la ragione, e superatale, agiugne colpa à colpa, e tiene l’uomo in continuo spauento de perderlo, comoscendo la sua isntabilità. Il che con la seguente stanza se dechiara, che nel passar del intermedio se doueua cantare.

Miser chi solo al ben presente intento,

La larga strada con piacer remira;

Questa solo prende, n’unqua seco attento,

Pe’l lume di ragion la mente gira,

Anzi de perder quel tanto spauento

Haue, & ogn’hor più adosso se ne tira:

Che nuoua fraude la medesma imprime

OPINION fra’ l’altre colpe prime.

Per terra alludendosi pure a la Tragedia, & à quei fratelli che ambiuano il regnare, che per ciò vennero à guerra, da che se denota quanto L’AMBITIONE sia pestifera, se volse con l’antidoto suo dar documento de schifarla, & per mostrare ancora ch’essi Signori Ostinati Modesti, & priui, hauēdo dinanzi al viso vn teffeta giallo desteso in forma quadra, sopra di vn CAMELO animale humilissimo tenēdo cō la sinistra le retine del freno che erano bende di seta con fiocchi d’oro, e con la destra, la catena con la quale menaua incatenata dietro l’AMBITIONE, vestita de bianco cōpiedi de dragone, ali di pauone, celata inanrgentata in testa fatta à osso di perfica cinta de ghirlanda de narcisi, sopra de la quale esciua fumo, tenēdo in vna mano la face smorzata, e nel altra il cornucopia, accompagnata dalla seguente stanza.

AMBITIONE è la più cruda peste,

Che n’infetti le menti di mortlai:

Tien signoria sopra le graui teste,

Cuopre ciascun sotto sue grande ali:

Tutti l’ammiran, tutti le fan feste,

Ne veggion ch’è cagion de tanti mali.

La MODESTIA gentile è solo quella

Che l’incatena come sua rubella.2

 

 

1  right hand] MS hand

2  At  the end of each act there were two intermedii,  one in the air, the other on the ground – except for the last act,  which did not have any. They crossed the stage, the one on the  ground exiting by a hole above and behind, and entering through  another on the other side; and the one in the air, which was always  the first to pass across, was seen coming out of one side of the sky  emerging through a cloud and passing far above the stage: once it  had passed over, another cloud covered it, and it was no longer  seen. And because they seemed to me to be very morally appropriate  to the tragedy and to the intention of these Messrs. OBSTINATE, I  wanted to describe them here as briefly as I can, being certain that  you will not be displeased to hear about them.

 Thus,  the first aerial intermedio  – alluding to the subject of the first act, in which we are told  that the kingdom has been taken away from OEDIPUS by his sons, and  of the faithlessness of ETEOCLES to POLYNICES – was OPINION, a  woman of beautiful appearance, dressed in iridescent yellow cloth,  with loose hair and naked arms, riding a very well-made CHIMERA,  carrying a golden apple in her right hand and in her left a winged  VICTORY holding a laurel wreath in her hand, as if she wanted to  crown the head of OPINION with it. Wishing thus to show us how great  the power of the vain opinion of this apparent worldly good is,  which, having once broken the restraint of reason and gone beyond  it, piles guilt upon guilt, and keeps man in constant fear of losing  it, knowing its instability. Which is declared by the following  verse, that was sung while the intermedio  took place:


 Wretched  is he who, intent only on present good,

  Looks  on the broad road with pleasure;

 This  alone he takes, never (attentive to himself)

  Does  his mind turn by the light of reason –  

  Rather,  he has such fear of losing it

  And  hourly he draws more upon himself:

 Which  new fraud the same OPINION

  Inscribes  among her other primary faults.


 On  the ground, also alluding to the tragedy and to those brothers who  aspired to reign and came to war because of it, by which is  indicated how pestiferous AMBITION is, the intention was to show as  an antidote how to repulse it, and to demonstrate once again that  these Messrs. Obstinate are modest, and without ambition. Modesty  appeared clad in a black cloth, short and with buskins on her feet.  Before her face she had yellow taffeta, drawn in a square shape; she  was astride a CAMEL – humblest of animals – holding in her left  hand the reins, which were silk ribbons with golden bows, and in her  right hand the chain with which she was dragging AMBITION behind  her, who was dressed in white, with dragon’s feet, peacock’s  wings, a silver helmet on her head made from the stone of a peach  girded with a garland of narcissus, from which smoke came out. She  held an extinguished torch in one hand, and the cornucopia in the  other, accompanied by the following verse:


 AMBITION  is the crudest plague,

    That infects the minds of mortals:

 She  holds sway over grave heads,

  She  covers each one under her great wings:

 All  admire her, all rejoice in her,

  They  don’t see that she is the cause of so many evils.

 Gentle  MODESTY is the only one

  That  enchains her as her rebel.


ToC